Sbagliando si impara, anche se gli errori sono degli altri

L’errore è uno step fondamentale per l’apprendimento, anche se a sbagliare non siamo noi in prima persona.

Dire che “nessuno è perfetto” forse può sembrare un luogo comune, ma in un certo senso serve ad inquadrare al meglio la natura umana, costellata di errori ed azioni eseguite nel modo errato. Chi ha detto però che questo sia un problema? Sbagliare stimola la persona ad imparare dall’errore compiuto, aiutandola a migliorarsi di volta in volta e perfezionarsi nelle sue scelte e nelle sue attività. L’evoluzione dell’essere umano attraverso gli errori è di certo un percorso a lungo studiato, ma ciò che è emerso da recenti studi è che l’apprendimento dell’uomo è stimolato non solo dagli sbagli compiuti in prima persona, ma anche da quelli dei suoi simili. L’osservare l’errore altrui stimola a sua volta, infatti, i meccanismi cerebrali della correzione, contribuendo in maniera significativa all’apprendimento. Questo contributo è stato verificato e confermato da uno studio del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca attraverso una sperimentazione tramite elettroencefalografia.

L’esperimento

Lo studio ha coinvolto 24 partecipanti, di cui 12 pianisti professionisti e 12 studenti privi di educazione musicale. Ad ognuno di loro è stata fatta osservare una serie di video in cui erano rappresentate delle mani intente nel suonare un pianoforte, ma solo in metà delle immagini il movimento delle dita sui tasti corrispondeva esattamente alle note riprodotte in audio. Questa incongruenza è stata evidenziata dai musicisti esperti, mentre è passata inosservata agli studenti. La registrazione dell’incongruenza avveniva immediatamente a livello cerebrale nei 12 pianisti, anche se l’errore non era compiuto concretamente da loro. In automatico, una volta suggerito l’errore anche ai non esperti, l’incongruenza era rilevata anche da loro per le immagini successive.

L’esperimento dimostra quanto sia importante la dimostrazione dal vivo o l’osservazione del movimento per l’apprendimento di discipline motorie, musicali o di genere affine. La corteccia motoria e pre-motoria del nostro cervello viene infatti stimolata allo stesso modo di quando a commettere un errore siamo noi stessi. Grazie ai risultati di questo esperimento, si apre una nuova finestra per quanto riguarda la riabilitazione di pazienti affetti da paralisi o comunque da problemi motori, che attraverso la stimolazione sensoriale avviata dalla visione di un video possono apprendere nonostante le palesi difficoltà una qualsiasi pratica motoria.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]